martedì 23 marzo 2021

PROMOZIONE DELLA SALUTE, PREVENZIONE NATURALE E COVID-19

 





Non solo Covid: allargare l’orizzonte

Ciò che balza agli occhi, in questo periodo di pandemia da SARS-CoV2, è l’attenzione tutta concentrata sulla risposta farmacologica e sui vaccini, alla malattia COV-19, sia da parte del sistema sanitario che dell’opinione pubblica. L’ossessivo martellamento mediatico sui dati quotidiani dei contagiati, del numero di tamponi effettuati e del triste dato dei morti, alimenta il senso di impotenza, frustrazione e paura nelle persone, e non aiuta a comprendere ciò che è possibile fare per migliorare il nostro stile di vita e di conseguenza il nostro stato di benessere. 

Ingenti risorse sono state messe a disposizione dall’Italia e dagli stati occidentali per la produzione del vaccino, nulla è stato fatto a livello di prevenzione, intendendo con questo termine una vera prevenzione primaria, promotrice di salute.

Negli ultimi settant’anni abbiamo assistito nei Paesi occidentali ad un aumento enorme delle malattie cosiddette del “benessere”. La maggior parte delle patologie hanno come denominatore comune un’infiammazione cronica latente di bassa grado. Malattie cardiocircolatorie e malattie metaboliche (diabete, obesità), sono correlate ad un eccesso di cibi industriali processati, acidificanti, infiammanti, carenti di micronutrienti e ricchi di additivi, conservanti, zuccheri e grassi idrogenati. A ciò si aggiunga un ambiente progressivamente intossicato da elementi chimici ed elettromagnetici,  l’impatto ecologico della globalizzazione sugli ecosistemi terrestri, un eccessivo consumo di farmaci, uno stile di vita sedentario  e dai ritmi biologici alterati e stressanti.

Tutti questo alimenta la produzione di stress ossidativo, squilibra la bilancia immunitaria e ha incide sulle capacità del nostro organismo di mantenersi in  equilibrio omeostatico, ciò che noi naturopati definiamo “terreno”.

Se questo è il campo d’intervento, è evidente che una medicina ecologica dovrebbe concentrare l’attenzione su come ritrovare l’equilibrio dei nostri meccanismi di regolazione corporea, ottimizzando la risposta immunitaria.

 Le cause principali di decesso in Italia

Se diamo un’occhiata agli Indicatori Demografici ISTAT, le cause principali di decesso in Italia (gli ultimi dati aggiornati disponibili sono relativi al 2017, su un totale di morti pari a 640.480) è legato prevalentemente a malattie del sistema circolatorio. Tra ischemie, infarti, malattie del cuore e cerebrovascolari muoiono più di 230mila persone all’anno. In seconda posizione troviamo i tumori, che causano la morte di più di 180mila persone. I numeri tengono conto delle morti in tutto il territorio nazionale e di tutte le età. 

  • malattie del sistema circolatorio: 230.283
  • tumori: 186.495
  • malattie del sistema respiratorio: 52.905
  • malattie del sistema nervoso: 30.404
  • malattie endocrine e metaboliche: 29.199
  • disturbi psichici e comportamentali: 24.252
  • cause esterne di traumatismo e avvelenamento: 24.027
  • malattie dell'apparato digerente: 22.782
  • malattie infettive e parassitare: 13.785
  • malattie dell'apparato genitourinario: 11.921
  • malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto: 3.601
  • malattie della cute  e del tessuto sottocutaneo: 1.399
  • malformazioni congenite ed anomalie cromosomiche: 1.203
  • complicazioni della gravidanza, del parto e del puerperio: 10 

 Nel periodo tra febbraio e novembre 2020  (dati Istat),  si sono registrati 57.647 in persone positive al Covid-19, il 60% dei quali ultraottantenni (età mediana 83 anni). La maggior parte delle persone decedute, presentava 2 o 3 patologie croniche, in prevalenza cardiopatie ischemiche, fibrillazione atriale, scompenso cardiaco, ictus, ipertensione arteriosa, in piena coerenza con i dati delle cause di decesso annuali.

 La spesa sanitaria e farmaceutica

Nel 2019, la spesa sanitaria pubblica è stata di 117 miliardi di Euro, nel 2016 era di 150 miliardi di Euro. Se diamo uno sguardo veloce sulla sua composizione (dati 2016), scopriamo che la spesa si concentra prevalentemente su tre funzioni principali: l’assistenza ospedaliera ordinaria (28%),  l’assistenza ambulatoriale (22,4%) e i prodotti farmaceutici (17,8%). L’assistenza sanitaria dunque, è erogata in prevalenza dagli ospedali (45,5% della spesa, pari a 68 miliardi), dagli ambulatori (22,4%, 33 miliardi) e dalle farmacie (16,7%, 25 miliardi). E qui non mi soffermo sui fenomeni di corruzione,  sprechi e inefficienze che qualcuno ha stimato in un 5,6% annuo, corrispondente a circa 6-7 miliardi.

Quant’è la percentuale di spesa dedicata in generale alla prevenzione? Irrisoria, il 4,37% (2018).

Nello stesso anno, la spesa farmaceutica totale, pubblica e privata, è stata pari a 30,8 miliardi di Euro, di cui il 76,4% rimborsato dal SSN, con un aumento sia di quella pubblica (+5,3%) che di quella privata (+7,2%). Questo non vuol dire che i farmaci chimici non siano utili, ma bisogna fare attenzione a non abusarne. E su quest’ultimo aspetto, l’AIFA segnala come il consumo, ad esempio,  di antibiotici nel nostro Paese resti alto rispetto alla media europea  anche a causa di un uso inappropriato (25% dei casi) di questi farmaci, mentre parallelamente crescono i casi dei batteri resistenti agli antibiotici, il cosiddetto fenomeno dell'antibiotico-resistenza.

 La promozione della salute, un nuovo approccio

Se questo è il quadro, non sfugge come l’attuale organizzazione del nostro Sistema Sanitario Nazionale abbia una connotazione “ospedalocentrica”. Tale connotazione, non ha retto alle sollecitazioni dell’attuale pandemia. Non è mio compito e non ne ho le competenze per delinearne le caratteristiche, ma è evidente che un servizio sanitario moderno debba essere riorganizzato su base territoriale per rispondere meglio alle cause di malattia che affliggono la popolazione, in prevalenza legate allo stile di vita e ad una cattiva alimentazione, se non altro per razionalizzare e distribuire meglio la spesa sanitaria nazionale, favorendo la vera prevenzione.

Bisogna inoltre considerare il trend di invecchiamento della popolazione il quale, nei prossimi 50 anni, ne cambierà la composizione demografica. Se da una parte le attese di vita crescono, dall’altra si assiste ad un aumento delle malattie croniche e alle disabilità concentrate prevalentemente negli ultimi 10 anni di esistenza.

La nutrizione, insieme allo stile di vita, giocherà un ruolo fondamentale sia dal punto di vista preventivo che terapeutico nella popolazione anziana che è particolarmente fragile e spesso presenta stati di malnutrizione (soprattutto per difetto).

Prendersi cura di sé dovrebbe essere insegnato fin da piccoli. Anzi, una prevenzione efficace dovrebbe iniziare non solo durante la gravidanza, ma prima del concepimento, dalla mamma e dal papà. In sostanza, la prevenzione non è soltanto evitare le malattie, ma soprattutto prendersi cura ed essere responsabili del proprio benessere.

Essere responsabili significa maggiore consapevolezza del proprio corpo e attenzione ai segnali di allarme che esso ci invia. Questa capacità si acquisisce con l’educazione alla conoscenza e alla comprensione dei meccanismi fisici e mentali con i quali il nostro corpo si esprime. Un mal di testa, un gonfiore intestinale, una diarrea improvvisa, un afte, la difficoltà a prendere sonno, l’irrequietezza, i pensieri che continuano a tormentarci, un dolore improvviso, ecc., sono dei campanelli d’allarme che ci segnalano che stiamo facendo qualcosa che non va. Perciò dobbiamo chiederci: con quale cibo mi sto alimentando? Assumo sostanze che mi fanno bene o male? Vivo in un posto salubre? Quanto tempo dedico settimanalmente all’attività fisica? Svolgo un lavoro sedentario? Dormo sufficientemente? Mi ammalo facilmente? Qual è il mio atteggiamento nei confronti degli accadimenti della vita?

 

Possiamo scegliere di star bene

Una medicina che promuove la salute dovrebbe essere personalizzata e insegnare alle persone a stare bene. L’educazione alla salute e ad una alimentazione più sana dovrebbero rientrare nelle materie d’insegnamento fin dalle scuole primarie. Fornire gli strumenti di conoscenza per prendersi cura di se aumenta la consapevolezza e aiuta a fare le scelte giuste. 

Noi possiamo scegliere di star bene e possiamo fare molto, ad esempio: apportando le dovute correzioni al nostro regime alimentare, riducendo i cibi industriali e privilegiando gli alimenti freschi e naturali; eliminando alcune abitudini nocive (fumo alcolici, ecc.) e iniziando a praticare quelle che ci fanno stare bene (attività fisica, camminate all’aria aperta): migliorando la qualità e la quantità del nostro sonno, prendendo consapevolezza di come respiriamo, costruendoci una vita sociale e affettiva piena e soddisfacente. Poi potremmo anche provare a ridurre - là dove è possibile e con l’aiuto del medico - l’assunzione di farmaci di sintesi e orientarci verso rimedi naturali.

Questa è la vera prevenzione, vincente sia verso le malattie croniche che ci affliggono, ma anche capace di difenderci non solo dal Covid-19, ma da tutti i virus che incontreremo nel prossimo futuro. Serve una integrazione tra la medicina  accademica e le discipline naturali, coniugando le conoscenze scientifiche moderne con quelle appartenenti alle varie tradizioni mediche, sempre a vantaggio e al servizio della persona.  

 

 

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